Nelle isole minori la transizione ecologica avanza a rilento ma Capri è tra le più virtuose d’Italia. Il report di Legambiente e CNR-IIA

Nelle isole minori la transizione ecologica avanza a rilento ma Capri è tra le più virtuose d’Italia. Il report di Legambiente e CNR-IIA

La transizione ecologica delle isole minori avanza con il freno a mano tirato. A evidenziarlo l’indice complessivo di sostenibilità che, tenendo conto di vari indicatori (consumo di suolo, uso dell’energia, gestione dei rifiuti, risorse idriche e sistemi di depurazione, mobilità, presenza di aree naturali protette), nel 2025 si attesta al 46,8%, appena l’1,3% in più rispetto al 2024. Tra le isole minori più virtuose l’Isola di San Pietro (indice del 62%, +8% rispetto al 2024), seguita dall’Isola di Capri (61%, -1%), Sant’Antioco (57%, -3%) e le Isole Tremiti (55% come nel 2024).

A restituire l’istantanea sono Legambiente e l’Istituto sull’Inquinamento Atmosferico del CNR (CNR-IIA) che hanno presentato a Napoli, nell’ambito della fiera Green Med Expo & Symposiumil rapporto “Isole Sostenibili 2025”Frutto del lavoro dell’Osservatorio Isole Sostenibili, l’analisi ha preso in considerazione 26 piccole isole abitate in Italia, amministrate da 33 Comuni che ospitano più di 188 mila abitanti residenti, sulla base di dati 2023 di fonti nazionali ed europee.

Nel report del 2025, quello che emerge è un percorso verso la sostenibilità caratterizzato da luci e ombre. Da un lato, infatti, non mancano segnali incoraggianti come il forte incremento del fotovoltaico che, tra il 2021 e il 2023ha visto crescere la potenza installata del +116% (dati Terna e Legambiente), superando in media il 50% del target fissato dal DM 2017. Con casi virtuosi come Ustica (+153%) e Ventotene (+93%).
Dall’altro, però, restano alcune criticità. Nel 2023 solo 7 delle 26 isole analizzate interconnesse alla rete elettrica nazionale, con le altre 19 dipendenti ancora da costosi e inquinanti gruppi elettrogeni a gasolio (fonte Terna). Inoltre, non decolla la raccolta differenziata che nel 2023 si attesta al 58%, un incremento di appena il 2% rispetto all’anno precedente, ancora sotto l’obiettivo europeo del 65% (dati ISPRA), nonostante alcune isole come Ustica (93%) e Favignana (85%) si distinguano in positivo. Altro tallone d’Achille è il consumo di suolo: tra il 2022 e il 2023 ha raggiunto 7,8 ettari, pari a circa 11 campi da calcio (fonte ISPRA). Gravi anche le carenze nella gestione idricatra il 2020 e il 2022, secondo ISTAT, le perdite d’acqua sono salite al 42,3% (11,8 milioni di m³) rispetto al 40,6% di sette anni fa; con picchi drammatici a Ventotene (77% di dispersione), Capraia (69%), Pantelleria (67%) e le Pelagie (58%). In aggiunta, il 22,5% della popolazione delle isole non è ancora servito da rete fognaria, con situazioni particolarmente critiche a Salina (solo il 2% servito), Ischia (28%) e Pantelleria (45%). Infine, la mobilità risulta dominata dall’uso individuale dell’auto e da una presenza marginale del trasporto pubblico: secondo i dati ACI, sono 186.399 i veicoli privati circolanti, a fronte di circa 188.000 residenti (99 ogni 100 abitanti); mentre gli autobus pubblici sono appena 398, 0,2 ogni 100 abitanti. Per di più il parco auto è obsoleto: in media il 61% dei veicoli è di classe Euro 4 o inferiore, con punte del 73% a Pantelleria e 72% nelle Pelagie e a Salina.

 





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