La relazione choc dell’esperto: “Tutti i fondali di Capri sfregiati dai datterari, Faraglioni desertificati”. Dieci condanne

La relazione choc dell’esperto: “Tutti i fondali di Capri sfregiati dai datterari, Faraglioni desertificati”. Dieci condanne

Pesca e commercializzazione dei prelibati e vietatissimi datteri di mare, sfregiati interi tratti di costa e di fondali del golfo di Napoli e dell’isola di Capri: i giudici della terza sezione penale del tribunale di Napoli, presidente di collegio Amelia Primavera, hanno condannato dieci persone per disastro ambientale. L’inchiesta, coordinata dal pm Giulio Vanacore della Procura di Napoli con le indagini condotte dalla sezione navale della guardia di finanza, aveva portato a ricostruire l’intera rete napoletana di raccolta e vendita dei datteri di mare che ruotava attorno ad un’organizzazione che si serviva della complicità del più «potente» gruppo di datterari con base a Castellammare di Stabia e contatti in tutta la Penisola Sorrentina, fino a Capri.

Le condanne emesse variano da un minimo di 3 anni e 8 mesi a un massimo di 6 anni e 5 mesi a testa.

Tutti gli imputati dovranno risarcire in separata sede le parti civili: Ministero dell’Ambiente, Comuni di Capri, Anacapri e Napoli, Area Marina Protetta di Punta Campanella, Regione Campania, Città Metropolitana, le associazioni Marevivo, WWF e Legambiente.

Il consulente nominato dai giudici su richiesta degli imputati ha confermato quanto scritto nella sua relazione dal professor Giovanni Fulvio Russo, ordinario di Scienze Biologiche ed Ecologia alla Partenope: “In tutta l’area dell’isola di Capri non è stato possibile riscontrare alcun tratto di costa non interessato negli anni dal prelievo dei datteri di mare. Anche nelle aree apparentemente “intatte” si notano segni dell’estrazione dei molluschi bivalvi, fino a 20 metri di profondità”.

Addirittura metà della parete rocciosa sommersa dei Faraglioni era stata completamente “desertificata” dai datterari, che avevano razziato già nel 2016 quei tratti sommersi dell’isola azzurra. In un metro quadrato di roccia caprese – scrivono gli esperti – riescono a crescere fino a 659 datteri. Ma, per completare il ciclo di crescita, il dattero impiega anche 25 anni e, una volta staccato dal pezzo di roccia, lascia un deserto marino per decenni, prima che nascano altri molluschi. Per questo motivo, da anni i datteri di mare sono una specie protetta che non può essere raccolta né commercializzata: la sua presenza garantisce un complesso ecosistema, danneggiato in maniera quasi irreversibile.

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